La Premessa - Introduzione al POF



Premessa della Dirigente

    

Le Riforme degli anni '90, che segnano il definitivo passaggio da un sistema fortemente centralistico, piramidale ed autoreferenziale ad un modello policentrico che affida capacità decisionali alle Autonomie locali e ne definisce meglio i limiti, assegna al POF, all'interno delle istituzioni scolastiche, l’importante funzione di esplicitare l’autonomia di comportamenti amministrativi, organizzativi e didattici all’interno di un sistema di regole e nel rispetto di una serie di parametri che salvaguardano l’unitarietà dell’istruzione pubblica. Il POF, quindi, sintetizza la “doppia anima” dell’autonomia progettuale: quella che si riferisce agli standard nazionali e quella che, attraverso una potestà più allargata degli Enti locali in materia di programmazione del P.O.F., permette di tradurre i bisogni della singola istituzione in progettualità mirata a rispondere alle esigenze di una specifica utenza. Con l’azione propulsiva di tutti gli operatori della scuola volta a stimolare la partecipazione e la collaborazione della realtà dell’intra ed extra-scuola, il POF acquisisce, in misura sempre maggiore, la caratteristica distintiva di strumento che avvicina il luogo dei bisogni a quello delle risposte, l’area delle proposte a quella delle decisioni. Testimonianza di una scuola sempre più vicina ai bisogni dell’utenza, il POF è documento di erogazione di servizio: formalizza i criteri della trasparenza e della pubblicità, è atto di indirizzo, di garanzia, di responsabilità ed acquista, nel momento in cui viene approvato, carattere vincolante e, in tal senso, natura giuridica. Le caratteristiche appena elencate del POF, lo rendono un documento trasparente (legge 241/90), un atto dichiarativo di intenti verso la comunità da portare a conoscenza di alunni e famiglie, da pubblicizzare e sponsorizzare nel territorio, uno strumento fondamentale di comunicazione interna ed esterna che apre la strada al concetto di “partecipazione informata” in un contesto in cui la scuola si configura come organizzazione complessa e vitale, flessibile e aperta, come comunità che collabora e apprende. Per costruire un POF, la scuola deve acquisire la mentalità della ricerca e puntare sul coinvolgimento. La necessità di esplicitare con chiarezza le azioni e le scelte, la coerenza tra il pensato e l’agito, la disposizione di strumenti condivisi, la responsabilità dell’azione al suo interno sono tutte variabili fondamentali per la fattibilità del documento che il Dirigente deve tenere costantemente sotto controllo. Intenzionalità educativa, fattibilità, collegialità, decisionalità, controllabilità e flessibilità risultano essere i principi di riferimento, tali da garantirne la coerenza interna in relazione alle finalità e scelte, e quella esterna riguardo alla visibilità della “mission” nei confronti dell’utenza. Il POF consente una gestione della scuola che supera la cultura del semplice adempimento burocratico- formale, abbandona il modello applicativo esecutivo, per sposare la realtà, nella sua complessità, analizzandola, interpretandola e cercando di rispondere ai suoi bisogni. Il POF non può rimanere soltanto un documento cartaceo, pieno di buone intenzioni, ma povero di concretezza, perché è dall’osservanza del nuovo dettato e da una continua attività di monitoraggio, autoanalisi ed autovalutazione che si determina l’efficacia e la credibilità dell’offerta formativa della scuola.

 

 

Agli insegnanti spetta il compito di mettere a punto e garantire la realizzazione del progetto nei suoi aspetti didattici e formativi in sede di collegio, sulla base degli indirizzi forniti dal Consiglio d’Istituto. Spazi partecipativi vanno assegnati ai genitori per stabilire il patto educativo tra scuola e famiglia, al cui interno a ciascuno viene riconosciuta dignità pedagogica e funzione educativa senza confusione e sconfinamento di ruoli. I genitori possono, inoltre, essere i destinatari dell’offerta formativa della scuola attraverso l’attivazione di servizi funzionali all’azione educativa, che si possono concretizzare in attività di laboratorio, consulenza, corsi, conferenze, dibattiti, sportelli di ascolto e momenti di scambi comunicativi. Data la complessità della struttura, il lavoro di stesura del POF richiede una molteplicità di sforzi e di professionalità per cui risulta utile ed efficace articolare il lavoro del Collegio in commissioni o gruppi operativi, tuttavia la responsabilità della realizzazione spetta al Collegio nella sua globalità. Non basta in un POF affermare che la scuola assicurerà il successo formativo: bisogna chiarire con quali modalità, tempi, strategie, attività, compiti reali. Passare cioè dalla cultura della genericità e dell’astrattezza di idee ad una sostanzialità organizzativa che lo rende un documento concreto e operativo. Basti pensare ai momenti della vita scolastica in cui il POF viene utilizzato dal D.S.: in fase iniziale, per orientare le nuove iscrizioni; nella gestione delle relazioni con gli Enti Locali per stabilire rapporti istituti giuridici di collaborazione; nella gestione delle riunioni collegiali, negli incontri con le RSU e le rappresentanze sindacali, con i genitori e gli studenti in altri momenti della vita e dell’interazione scolastica. Di contro, anche le altre componenti lo utilizzano in modo simmetrico nei rapporti con il D.S.: nei momenti di programmazione e nella scelta delle soluzioni. Il POF è uno strumento di negoziazione e, quindi, può essere usato come mezzo per esercitare controllo o per attivare processi di valutazione e autoanalisi. Ponendosi come documento non rigido, ingessante, fornisce orientamenti di massima che, dato il carattere di imprevedibilità dell’organizzazione scolastica, può essere suscettibile di modifiche e adattamenti. Il POF si configura come strumento flessibile in grado di fronteggiare le emergenze educative, arricchirsi di nuove proposte, senza stravolgimenti dell’impianto nella sua interezza. La fattibilità di un POF non può prescindere dalla valorizzazione della professione docente e l’importanza della sua progettualità è apprezzabile nella misura in cui viene sostenuta dagli esiti conseguiti dalla popolazione scolastica. L’autonomia, infine, trova in questo documento terreno fertile per la disseminazione dei suoi principi culturali e conta sulle energie professionali del D.S. per potere attecchire con il meglio delle sue proposte normative in grado di qualificare il servizio offerto, ed individuare nella affidabilità, nella rendicontazione e nella responsabilità gli atteggiamenti necessari per la costruzione di un sistema scolastico efficacemente duttile in grado di fronteggiare e risolvere problemi. Il Piano dell’offerta Formativa è la nostra “stella polare”, il Piano di volo di un velivolo pedagogico, che è il curricolo, chiamato ad attraversare i cieli dell’ammodernamento e della qualificazione del sistema scolastico, di una scuola che dovrà essere cifrata tre volte: Efficiente, Efficace, Equa. Noi, operatori della scuola, che lo abbiamo predisposto, abbiamo il dovere di difenderlo, migliorarlo, pubblicizzarlo, considerarlo l'”habitat” per le nostre idee, l'humus con il quale le stesse crescono rigogliose, si intrecciano e si confrontano, si innestano e creano nuovi germogli di conoscenza. Il POF è il nostro progetto, è il Progetto di tutta la comunità e del territorio, è il volano per liberare i nostri sogni, per costruire una nuova ipotesi, per credere sempre in qualcosa di diverso, per provarci, per sperare, per tentare, per percorrere strade sconosciute, per raggiungere mete impensabili. “Il POF funziona un po’ come un testo teatrale, noi offriremo palcoscenico al POF e al curricolo e, successivamente, daremo il copione in mano al laboratorio, che reciterà l’intero testo pedagogico-didattico; è un’opera musicale da eseguire, dove è importante che ciascun attore - che ha i suoi personali modelli di interpretazione dei ruoli - giochi bene la propria parte e, soprattutto, la sappia mettere in rapporto con quella degli altri. In questo senso, il direttore d’orchestra e il regista sono le metafore più adeguate per rappresentare le funzioni del D.S. Il POF è come la Terra Promessa, la nostra Itaca: lotteremo per raggiungerla, vivendo insieme avventure mai pensate e se come Cristoforo Colombo scopriremo qualcosa che non avevamo previsto, non ci stupiremo, perché solo a chi si predispone alla possibilità di nuove cose si aprono i sentieri di una vera e imprevedibile conoscenza. Ringrazio quanti collaboreranno affinché ciò che abbiamo pensato di fare si realizzi ed i tanti che certamente vorranno andare oltre..

Con profonda stima professionale e umana

                                                                                                             Rita La Tona

 

 

 

 

 

 

 

Introduzione

 

 Il Piano dell’Offerta Formativa (POF) si rivolge ai genitori e agli alunni della nostra scuola e a quanti altri (privati, enti, associazioni, ...) operano all’interno del territorio in campo educativo e culturale. È il progetto distintivo della nostra scuola che conserva le molteplici e positive esperienze passate e si apre alla sperimentazione di graduali processi innovativi per migliorare ed ampliare l’offerta formativa.  “La scuola vive ed opera in una realtà in profonda trasformazione. Le sfide poste dalla rivoluzione digitale, dalla globalizzazione, dalla convivenza di culture e religioni diverse possono trasformarsi in opportunità, grazie anche all’azione educatrice compiuta dalla scuola”. In linea con l’Atto d’Indirizzo del Ministero dell’Istruzione, la proposta educativa della nostra scuola è la formazione umana e civile degli alunni. In questo viaggio educativo e didattico l’alunno ha un ruolo attivo e partecipativo con una convivenza serena, nel reciproco accoglimento e valorizzazione della cultura di ciascuno. La varietà culturale offerta dalla società di oggi è un valore aggiunto; una proposta didattica in grado di rispettarla e valorizzarla qualifica la scuola. Poiché le diversità sono opportunità di arricchimento e crescita, la nostra scuola presta la “massima attenzione all’inclusione”, basandosi su alcuni fattori determinanti come: la flessibilità, intesa come capacità di adeguamento della scuola alle attese sociali; l’integrazione, intesa come capacità della scuola di favorire, sostenere e promuovere attività comuni, protocolli, accordi di programma, consorzi, interagendo con i diversi soggetti; la responsabilità come capacità di rispondere in base alle regole e ai principi che ci si è dati. Fondamentale è il rapporto frequente, aperto e costruttivo con le famiglie, poiché il POF è il frutto di una maturazione e condivisione di scelte educative che vede coinvolte tutte le componenti scolastiche; l’offerta formativa necessita di un costante monitoraggio e presuppone assunzione di responsabilità ad ogni livello decisionale. Il nostro POF è il quadro completo degli obiettivi formativi che la scuola si è data, una guida alla scuola immediatamente fruibile da genitori, alunni e personale, che intende rispondere alle diverse esigenze degli alunni e del contesto socio-economico del territorio nell’intento di riaffermare i valori del senso civico, della responsabilità individuale e collettiva, del bene comune.

 

Il contesto territoriale

    

Misilmeri è una cittadina situata a circa quindici chilometri da Palermo. Essa è formata, oltre che dal centro, anche dalla frazione di  Portella di Mare e dalle zone di residenza come Piano Stoppa, C/da Blaschi ecc. Si tratta di un territorio caratterizzato dalla presenza del fiume Eleuterio, che attraversa l’omonima vallata e da colline fertili e ricche di insediamenti. Misilmeri affonda le sue origini nella storia antica, come dimostrano i diversi siti archeologici presenti nel territorio: Pizzo Cannita, Risalaimi ecc. La città si è però sviluppata a partire dalla dominazione arabo-normanna e poi durante la dominazione spagnola. La sua principale vocazione economica è stata sempre quella agricola, legata alle tradizionali colture dell’olivo, dei loti, del mandorlo, della vite e degli agrumi. Nell’ultimo ventennio c’è stato un grosso boom edilizio, non adeguatamente regolato da strumenti urbanistici idonei, che ha messo in moto attività artigianali e commerciali. L’agricoltura ha assunto negli anni sempre meno importanza, pur mantenendo una sua valenza in termini di legami con le tradizioni socio-culturali che rischiano però di scomparire. La grande disponibilità di case e il minore costo della vita hanno determinato una forte immigrazione dalla città di Palermo, spesso omogenea in quanto a provenienza sociale e culturale. Si tratta, infatti, per lo più di famiglie con difficoltà, sia dal punto di vista economico che culturale, che hanno contribuito ad un cambiamento della struttura sociale del territorio, dove risulta meno evidente il senso di appartenenza alla comunità. Pur permanendo una disuguaglianza nell’ambito lavorativo, la condizione femminile negli ultimi anni risulta tuttavia migliorata dal punto di vista socio-culturale e si nota da parte delle famiglie una maggiore attenzione al mondo della scuola. Permane nel territorio un retaggio culturale tipico di una mentalità mafiosa e paramafiosa che intralcia ancora lo sviluppo complessivo della città e rallenta il radicamento di genuini valori di cittadinanza democratica e rispetto delle regole. La popolazione scolastica presenta problematiche tipiche delle grandi periferie urbane: disadattamento e disorientamento, bullismo, dispersione scolastica, vandalismo, razzismo, mancanza di autostima e di senso civico, problemi legati a contesti familiari difficili. Tali situazioni di disagio familiare vengono compensate dalla presenza nel territorio di strutture socio-assistenziale e di accoglienza che hanno un’importante funzione valoriale e che mantengono un costante rapporto comunicativo e collaborativo con l’istituzione. Esistono, contestualmente, realtà meglio integrate dal punto di vista sociale ed economico, consapevoli del ruolo che riveste il nostro istituto nella costruzione di un’adeguata formazione, perché i ragazzi possano proseguire con successo gli ordini di scuola superiore. L’istituto mette in atto una serie di iniziative e progetti, anche in partnership con enti locali, nazionali ed europei, che rappresentano una risorsa essenziale per favorire la crescita culturale della città, l’integrazione verso l’alto e il riconoscimento della scuola come centro di diffusione di valori e di aggregazione di diversità. Il nostro istituto si adopera, sia nel recupero delle difficoltà, sia nella valorizzazione delle eccellenze, attraverso l’attuazione di progetti mirati a favorire il successo formativo, supportato dalla condivisione degli obiettivi da parte della componente genitoriale negli organi collegiali che ne prevedono la presenza. È importante sottolineare quanto sia fondamentale l’entusiasmo che, in generale, le famiglie mostrano nei confronti della progettualità e della realizzazione della stessa. 

 

I bisogni…

 

·         La Scuola “Guastella” è inserita in un contesto multiproblematico, caratterizzato da svantaggio economico, micro e macro criminalità, disagio relazionale, marginalità sociale, fattori che sono a volte all’origine di frequenza saltuaria, dispersione in presenza, abbandoni, problematiche negli apprendimenti e nella relazionalità. In questo contesto, dunque, molti ragazzi non sono ricettivi né agli stimoli culturali offerti, né trovano sufficienti motivazioni a conseguire un titolo di studio; per molti di loro la strada diventa il luogo preferito di aggregazione e in alcuni casi le famiglie delegano i docenti nella formazione dei loro figli. Contestualmente sono presenti a Misilmeri famiglie sempre più attente e partecipi alla vita della scuola e al successo formativo dei propri figli. Inoltre nel territorio operano diverse associazioni culturali e movimenti che offrono positive occasioni di aggregazione. Il nostro istituto deve pertanto rispondere alle esigenze sia degli alunni svantaggiati sia di quelli appartenenti ad una fascia socio - culturale più elevata.

·         La scuola formativa è cosciente di dover essere, per tutti i suoi membri, scuola dell’educazione integrale della persona, polo che fornisce stimoli culturali, luogo di aggregazione, confronto e condivisione che colloca nel mondo, che motiva, che relaziona, recupera, integra ed orienta. Rispondendo sia alle indicazioni e agli obiettivi nazionali, sia ai bisogni che scaturiscono dall’analisi del contesto socio-culturale, la scuola secondaria di primo grado si propone di attivare, in collaborazione con le famiglie e con tutte le altre realtà e risorse presenti nel territorio, percorsi finalizzati al riconoscimento del valore universale della persona; attività basate sul rispetto della legalità, che prevengano forme di devianza, di aggressività e violenza; processi volti al recupero, al potenziamento e al consolidamento delle abilità e competenze di ciascun allievo.

·         La trasformazione degli obiettivi e delle abilità acquisite in competenze, avviene sullo sfondo di finalità etiche condivise e condivisibili da tutti gli alunni e da tutte le famiglie, in modo che venga perseguito uno dei principali obiettivi educativi della scuola, che è la promozione e la crescita dello studente in quanto uomo e cittadino del proprio paese e della propria nazione, nella solidarietà e nel riconoscimento reciproco dei diritti e delle persone.

LA SCUOLA E I PLESSI

 

La nostra Scuola si chiama “Cosmo Guastella” ed è ubicata a Misilmeri in provincia di Palermo. È suddivisa in quattro plessi: “Centrale”, “Padre Puglisi”, “Don Carlo Lauri” e “Portella di Mare”.

 

La sede centrale

 

   

 La Sede Centrale è ubicata a Misilmeri, in Via Ettore Majorana, già Contrada Gabatutti (Tel. 0918731154/0918731340). L’attività si svolge su tre livelli: piano terra, primo piano e seminterrato. A causa dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dei locali a seguito dell’ordinanza comunale n.84 del 12/09/2011 è stato inibito l’uso dell’ala nord-est dell’istituto, per un totale di 14 aule. Al piano terra sono situati i locali dello staff di dirigenza (Dirigente Scolastico, Vicario e secondo collaboratore), l’ufficio del Direttore Generale dei Servizi Amministrativi, gli uffici di segreteria alunni e personale, l’archivio, l’Aula Magna/ Sala Teatro (vedi Figura 1), dotata di palco ed impianto voci, la sede dell’Osservatorio per la dispersione scolastica,1 aula e i servizi igienici.Al piano seminterrato sono situati: 4 aule, la palestra, il laboratorio di informatica (vedi Figura 2), il laboratorio linguistico; il laboratorio scientifico, collocato nell’ala nord-est, è attualmente non utilizzabile. All’esterno ci sono spazi, di cui solo una parte è destinata al parcheggio. Adiacente ai locali della scuola e alla residenza del custode c’è un campetto per l’attività ginnico-sportiva. Nel Plesso centrale ospita, generalmente,  5 corsi completi (B,C,D,E,F). Attualmente, per lavori di ristrutturazione i corsi presenti sono soltanto quattro (B,C,E,F) In tutte le classi si attua lo studio del francese come seconda lingua comunitaria. Alcune aule sono dotate di LIM.

Il plesso “P. Puglisi”

 

     Il Plesso “P. Puglisi è ubicato in Viale Europa n. 305 (Tel. 0918721055). L’attività si svolge su due livelli: piano terra e primo piano. Al piano terra sono situate la sala professori, che ospita anche un piccolo museo tecnologico, il laboratorio di informatica, il laboratorio tecnico-scientifico e il laboratorio musicale, l’ufficio del Coordinatore di plesso, la biblioteca, l’aula video, l’aula per l’integrazione dei diversabili, 6 aule e i servizi igienici; l’ampio atrio polifunzionale dotato di spalliere viene anche adibito per l’allestimento di spettacoli, seminari e momenti di socializzazione. Il Plesso ospita i corsi: G, H, I,   il corso D e il corso L, sono  momentaneamente trasferiti dal Plesso Centrale. In tutte le classi si attua lo studio del francese come seconda lingua comunitaria. Al primo piano si trovano 8 aule e i servizi igienici. L’ampio spazio esterno circostante l’edificio é dotato di aiuole e panchine; non vi è consentito il parcheggio.

Il plesso “Don Lauri”

 

     Il Plesso Don Lauri è ubicato in Contrada Incorvina (Tel. 0918731557). L’attività si svolge su due livelli: piano terra e primo piano. Al piano terra sono situati l’ufficio del Coordinatore di Plesso, l’aula ricevimento famiglie, i laboratori di musica, multimediale, scientifico, la biblioteca, un ambiente per i collaboratori scolastici, la palestra con spogliatoi e annessi servizi igienici, quattro classi e i servizi igienici l’aula per attività didattica per l’integrazione dei diversabili.  Il Plesso ospita il museo dell’antimafia dedicato al giudice Rocco Chinnici inaugurato lo scorso anno  aperto al turismo scolastico. Al primo piano troviamo 9 aule, la sala professori, l’aula video,  la sala teatro, il laboratorio artistico e i servizi igienici.Il plesso ospita i corsi A, M, N, O e la terza R. In tutte le classi si attua lo studio del francese come seconda lingua comunitaria, tranne nel corso N, dove si insegna lo spagnolo. Alcune classi sono dotate di LIM. L’ampio spazio esterno è circondato da aiuole e alberi. Adiacente all’edificio si trova uno spazio adibito al parcheggio riservato al personale docente.

Il plesso “Portella di Mare”

 

 

 

     L’edificio, ubicato in Via Padri Vocazionisti (Tel 091490095), é condiviso con la Scuola Primaria Direzione Didattica “Traina”. L’attività si svolge su due livelli: piano terra e primo piano. Al primo piano si trovano 7 classi, la sala professori, dotata di LIM, che funge anche da laboratorio, la biblioteca e i servizi igienici. Al piano terra ci sono, oltre alla seconda Q,  altre aule temporaneamente utilizzate dalla Scuola primaria, la palestra in comune con la D.D. “Traina” con annessi spogliatoi, docce e servizi igienici. Il plesso ospita i corsi P e Q, e la prima e  la seconda R. In tutte le classi si attua lo studio del francese come seconda lingua comunitaria