Visita guidata al Museo Gemmellaro

Classe 2^ Q - 26/02/2014

Docenti accompagnatori: Prof.ssa Terranova Caterina, Prof.ssa Di Palermo Vincenza

 

VISITA AL MUSEO GEMMELLARO

 

Mercoledì, 26 Febbraio 2014, io e i miei compagni di classe abbiamo fatto la nostra prima uscita didattica dell’anno scolastico 2013/14. Accompagnati dalle professoresse Terranova e Di Palermo, ci siamo recati al museo geologico “Gaetano Gemmellaro” di Palermo. Alle 8:54 abbiamo preso l’autobus della Sicilbus, alle 9:10 circa siamo arrivati a Palermo e, a piedi in fila indiana camminando sempre sul marciapiede e attraversando sulle strisce pedonali, siamo arrivati al museo Gemmellaro. Alle 10:00 siamo entrati al museo, lì ci ha accolti una ragazza di nome Marilena che è stata la nostra guida fino alla fine della visita. Marilena ci ha condotti al primo piano in una grande stanza dove c’erano i reperti più antichi che risalivano a 500 milioni di anni fa e ci ha detto che nel periodo detto Paleozoico tutti i continenti erano uniti e formavano un unico continente chiamato “Pangea”, bagnato da un unico oceano detto “Pantalassa”. Le terre erano quindi tutte attaccate e il clima era uguale ovunque. Abbiamo visto il fossile dell’Ittiostega, un rettile marino estinto circa 500 milioni di anni fa e alcuni fossili ritrovati in America e in Australia, inoltre abbiamo ammirato i fossili di “trilobiti”, essi avevano il corpo diviso in 3 parti, più di 100 zampe e appartenevano alla famiglia dei gamberi e delle aragoste. Un altro essere ormai estinto è il “Crinoide”, chiamato anche “giglio di mare”, in realtà questo era un animale che apriva un opercolo quando doveva mangiare e lo chiudeva per difendersi. C’erano anche gli ”ammonoidi”, animali con il guscio come una conchiglia e tentacoli sull’apertura anteriore, come i polipi. Durante la visita Marilena ci ha spiegato che alla fine del Paleozoico si estinsero moltissime specie perché i vulcani iniziarono ad eruttare, cosicché la polvere sospesa nell’aria impedì ai raggi del sole di filtrare attraverso l’atmosfera, le piante non fecero più la fotosintesi clorofilliana e morirono, gli animali erbivori non poterono più nutrirsi delle piante, gli animali carnivori non poterono nutrirsi degli erbivori … insomma si interruppe la catena alimentare. Dopo la sala del Paleozoico, siamo giunti in un’altra sala dove c’erano resti di animali risalenti al Triassico: spugne marine, ammoniti, lamellibranchi. Queste specie erano più evolute rispetto a quelle esistenti nel Paleozoico: gli ammonoidi avevano al loro interno numerose cellette che venivano riempite di gas per andare a galla e di acqua per scendere sul fondo. Successivamente, andando per i locali del museo, ci siamo catapultati nel periodo detto Giurassico, durante il quale vissero molti dinosauri tra cui l’Ittiosauro. Durante il Giurassico, la Pangea si divise in due formando due continenti: Gondwana e Laurasia, bagnate dall’oceano Pacifico e dall’oceano Tetide. Nel Cretaceo i dinosauri volatili, acquatici e terrestri vivevano in condizioni di vita ottime, anche in Sicilia sono stati trovati resti e impronte di zampe di dinosauri.

40 milioni di anni fa, durante l’era Cenozoica, vivevano molti squali come il Megalodon, lungo 16 metri. Attualmente lo squalo più lungo è lo squalo toro che misura 4 metri, mentre il più pericoloso è lo squalo bianco. La visita ci ha portati in una stanza dove c’era un’esposizione incredibile di minerali, lì abbiamo visto la pietra con la goccia d’acqua imprigionata da 6 milioni di anni. Successivamente in un’altra grande stanza abbiamo potuto ammirare i resti di una donna primitiva, chiamata Tea. Tea visse 15 milioni di anni fa, era alta 1,65 metri e alla sua morte aveva 35 anni che corrispondono agli 88 anni di oggi. Il suo nome deriva dal fatto che è stata ritrovata nella grotta di San Teodoro, in Sicilia, insieme ad altre 2 donne e 4 uomini. Ella aveva una collana di ossa al collo e aveva tutti i denti, solo che nel momento del ritrovamento alcuni sono andati persi. Durante la sua epoca gli uomini incidevano con pietre appuntite scene di caccia e di vita quotidiana all’interno delle grotte dove vivevano. Questi uomini, nostri antenati, mangiavano carne, bacche ed erbe, strappavano la carne con i denti che spesso si rompevano, siccome Tea aveva tutti i denti, gli studiosi ritengono che fosse stata una persona importante del villaggio e qualcuno strappava la carne per lei. A questo punto siamo andati al secondo piano in una stanza dove c’erano elefanti risalenti al Pleistocene: lì c’era la ricostruzione di un ippopotamo, di una tartaruga trovata ad Alcamo e di tanti piccoli elefanti. Finita la visita alle sale del museo, abbiamo fatto merenda per cominciare successivamente il laboratorio sui graffiti. Marilena ci ha dato dei fogli bianchi dove, con i colori a cera, abbiamo realizzato dei graffiti simili a quelli che facevano gli uomini primitivi nelle loro grotte. Prima di lasciare il museo, già pieni di nostalgia, abbiamo comprato oggettini ricordo come: collanine con denti di squalo, calamite, penne, borse di stoffa, conchiglie e tanto altro ancora. Di volata siamo andati alla stazione dove abbiamo preso l’autobus della Sicilbus per tornare a casa. Alle 13:15 siamo arrivati a Portella di Mare!!!!!

E’ stata un’esperienza molto interessante e spero di viverne presto altre altrettanto belle.

 

Alessia Gandolfo di II Q