XX° Anniversario della Strage di Capaci

"Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana."

"Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini."

Giovanni Falcone 


"Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola"

"La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità."

Paolo Borsellino


Anche quest'anno la nostra scuola ha partecipato alla manifestazione commemorativa dell'eccidio di Capaci. Le classi partecipanti sono state: la 3^D, la 3^E, la 3^ F e la 3^ O. I Docenti coinvolti:  Andrea Borgia (referente Educazione alla legalità), Anna Amella, Gloria Calì e Pino Terracchio. In basso troverete la documentazione fotografica della giornata. Vi proponiamo, inoltre, un resoconto giornalistico tratto dall'Agenzia ANSA del 23/0/2012. 

 

"Venti anni fa non erano neppure nati. Non ricordano il tritolo, l'autostrada di Capaci sventrata, i corpi dilaniati. Ma la memoria, quella sì, la coltivano e la portano forte nel cuore. E per loro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono eroi ai quali ispirarsi. In migliaia, anche quest' anno, hanno invaso Palermo. Studenti di ogni parte d'Italia. Anche di Brindisi, devastata come fu la Sicilia nel '92, dal terrore degli attentati. E a salire tra gli scranni dell'aula bunker del carcere Ucciardone, dove nel 1986 venne celebrato il primo maxiprocesso alla mafia, davanti al capo dello Stato Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio Mario Monti, a ministri, politici e magistrati, oggi, c'erano anche due compagne di classe di Melissa Bassi, la sedicenne uccisa sabato scorso. Emozionate, tese, ma ferme, Aurora e Chiara, alunne della scuola Falcone-Morvillo hanno letto le paure e le riflessioni appuntate subito dopo la strage: "Due dati abbiamo in mente oggi: 16 anni e morte. Il programma di Melissa era quel giorno andare a scuola e poi a casa. Ma non c'é mai arrivata a casa perché a scuola hanno trovato la morte". "I ragazzi di Brindisi - ha commentato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso - ci hanno dato una lezione incredibile. Hanno reagito, si sono ripresi il territorio, hanno gridato forte che la scuola non si tocca". "In 20 anni - ha detto il capo della Dna - a Palermo è cambiato tantissimo, anche se restano buchi neri e punti oscuri sulla strage di Capaci. Chi sa ci aiuti a fare chiarezza". Un richiamo, quello alla necessità di arrivare a svelare cosa accadde il 23 maggio del 1992, ribadito anche dal presidente del consiglio Mario Monti. 

"I pezzi mancanti sulle stragi devono essere ricercati fino in fondo", ha detto il premier visitando il giardino della memoria delle vittime della mafia. "Perche" - ha aggiunto - non c'é alcuna ragione di Stato che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità. L'unica ragion di Stato è la verità". Parole condivise da Giorgio Napolitano per il quale non si deve esitare anche a mettere in discussione cose che sembrano ormai definitive: un riferimento alle nuove indagini sulla strage in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino. Ma sul timore di una ripresa dello stragismo, espresso dal capo dello Stato, e sulla consapevolezza che la mafia rappresenta ancora un pericolo per la democrazia, oggi nel bunker dell'Ucciardone ha prevalso l'ottimismo rappresentato dall'entusiasmo e dalla partecipazione dei ragazzi. A loro, non riuscendo a trattenere le lacrime, si è rivolto il presidente della Repubblica che ha invitato i giovani a "scendere "al più presto in campo, aprendo porte e finestre per rinnovare la politica e la società. L'Italia ne ha bisogno, l'Italia ve ne sarà grata". La festa dei ragazzi è proseguita per le strade di Palermo. Due cortei sono partiti per l'albero Falcone, luogo diventato ormai simbolo della memoria e del riscatto di Palermo. Tra cori, canti e l'applauso dei cittadini che hanno appeso alle finestre i lenzuoli che, 20 anni fa, diedero vita alla rivoluzione pacifica contro la mafia, in oltre 10mila si sono radunati davanti all'abitazione di Falcone e di sua moglie Francesca Morvillo. Il Silenzio, suonato alle 17.58, l'ora dell'esplosione di Capaci, è stato rotto da un lunghissimo applauso. Sul palco allestito sotto l'albero ricoperto di centinaia di messaggi lasciati dai cittadini e dagli studenti due cantautori, Antonello Venditti e Claudio Baglioni, che stasera con la nazionale cantanti sfideranno i magistrati in una partita di calcio, hanno voluto ricordare la strage e la rinascita di Palermo cantando "Strada Facendo". Dal porto le sirene delle navi della legalita" che hanno portato in citta" i ragazzi hanno fatto sentire forte il suono delle sirene."


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